Il Protocollo d’intesa Acri-MEF del 22 aprile 2015 costituisce il secondo approdo documentale cui le Fondazioni sono giunte nell’ambito del loro ampio e organico processo di autodisciplina, grazie al costante e proficuo rapporto dialogico intrapreso con la propria Autorità di Vigilanza.
Con esso, le Fondazioni firmatarie, in un’ottica di self restraint, hanno volontariamente introdotto, contribuendone alla preparazione, norme che declinano i principi espressi nella cosiddetta “legge Ciampi” del 1999, individuando indirizzi basilari su temi fra i quali la governance, la diversificazione degli investimenti e la disciplina della di trasparenza dell’attività.
La stipulazione del Protocollo, ancorché abbia visto coinvolta un’Autorità pubblica, è stata condotta nel pieno rispetto dell’autonomia e indipendenza delle Fondazioni, vincolate, a seguito della sua sottoscrizione, a recepirne statutariamente i contenuti, dei quali sono chiamate a rispondere nei confronti del MEF.
Il Protocollo rappresenta un inedito risultato sia nella forma che nella sostanza. Nella forma, in quanto per la prima volta il rapporto tra un’autorità di vigilanza pubblica e soggetti privati viene regolamentato attraverso uno strumento tipico delle relazioni tra soggetti privati, cioè un accordo. Nella sostanza, perché il Protocollo è ispirato dal comune obiettivo di contenere i rischi che gravano sulle Fondazioni per la loro natura di investitori istituzionali e, al tempo stesso, di soggetti con finalità di interesse generale, e reca la precipua finalità di liberarne ulteriormente il potenziale a beneficio dell’intera collettività, che rimane il primo e più importante interlocutore verso il quale esse assumono i propri impegni.
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Il presidente di Acri, Giuseppe Guzzetti e
il ministro dell’Economia, Carlo Padoan, firmano il Protocollo