“L’intelligenza artificiale è ormai entrata a far parte delle conversazioni quotidiane: incuriosisce, impaurisce, insospettisce come forse nessun’altra novità ha mai fatto. Ed è così diventata un mito cui colleghiamo parole che ingannano, costruendo narrazioni inquietanti e poco realistiche. Eppure le sue applicazioni in sanità, per fare un esempio concreto, sono tante e utili. Ma come possiamo conviverci? Se un sistema di IA causa dei danni può esserne considerato responsabile? Come sono protetti i dati personali di cui si nutre? Per governare questo nuovo fenomeno si invocano nuove regole giuridiche: ma quali sono le regole davvero necessarie? Certo si dovrà tendere a un sistema di regole globali, poiché non abbiamo a che fare con un fenomeno contenibile entro limiti geografici. L’Unione europea sta per approvare un nuovo regolamento, ma cosa accadrà nel resto del mondo?”.
Si apre così il nuovo libro scritto da Giusella Finocchiaro, “Intelligenza artificiale. Quali regole?” edito da Il Mulino. Docente di Diritto privato e Diritto di internet all’Università di Bologna e avvocato cassazionista, Finocchiaro è fondatrice e partner di DigitalMediaLaws, boutique legale specializzata in diritto delle nuove tecnologie. Già presidente della Commissione UNCITRAL sul commercio elettronico e della Commissione incaricata dal Ministero di Giustizia di redigere il decreto di adeguamento dell’ordinamento italiano al Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali, è esperto legale presso la Banca Mondiale ed esperto legale UNIDROIT nel «Digital Assets and Private Law project». Giusella Finocchiaro è anche Consigliera di Amministrazione dell’Impresa sociale Fondo per la Repubblica Digitale.
La professoressa Finocchiaro ci ha spiegato che “Oggi da più parti si invocano nuove regole per normare l’intelligenza artificiale. Ma quali? E a quale livello? Nel mio libro, che non è un libro tecnico giuridico, ma di più ampio respiro, ho cercato di individuare le coordinate entro le quali si può svolgere un ragionamento sulla disciplina dell’intelligenza artificiale. La riflessione muove dalle nostre paure e dai nostri pregiudizi, per poi soffermarsi sulle parole utilizzate dalla nuova narrativa sull’intelligenza artificiale e dalla retorica che la circonda. Basti pensare a tutta la cinematografia sull’argomento, ai termini “oracolo” o “incantesimi”, e all’antropomorfizzazione dell’IA. Esamino poi alcune possibili scelte regolatorie e alcune questioni giuridiche specifiche, quali la responsabilità per i danni cagionati dall’intelligenza artificiale, l’autorialità delle opere da essa create, e la gestione dei dati personali di cui l’IA si nutre. Infine, il volume si conclude con una riflessione sullo scenario geopolitico e sulle scelte effettuate già da altri Paesi, come la Cina e gli Stati Uniti, mentre in Europa si attende il Regolamento sull’intelligenza artificiale. Non c’è dubbio che le norme in questa materia, per essere efficaci, dovranno necessariamente essere il risultato di un coordinamento internazionale, certamente non facile, ma necessario” conclude.
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