Fondazione Cariplo ha presentato il primo Rapporto Disuguaglianze, “Crescere in Italia, oltre le disuguaglianze” (scarica il testo del rapporto), un lavoro di ricerca finalizzato a creare conoscenza sulle diverse dimensioni della disuguaglianza, ma anche a portare all’attenzione del dibattito pubblico il tema delle disuguaglianze attraverso una nuova prospettiva che possa essere utile per sviluppare insieme nuove e più efficaci soluzioni per lo sviluppo di società più inclusive e fornire uno strumento di conoscenza per addetti e non addetti ai lavori.
“Da anni assistiamo a una frammentazione crescente che crea un divario di futuro e di prospettiva di vita: è in questo spazio che perdiamo il potenziale umano di tanti ragazzi, di tanti lavoratori, di tanti cittadini del domani. Davanti a questo la Fondazione Cariplo, che da sempre investe sulle potenzialità delle persone e sui legami di comunità, vuole mettersi in dialogo con gli altri soggetti che possono contribuire al contrasto della disuguaglianza. Si tratta di una sfida che impegna noi, i soggetti dell’economia, gli attori istituzionali e le organizzazioni non profit per individuare nuove modalità di intervento, che aiutino in modo consapevole ed efficace a ricucire i legami delle nostre comunità, da cui dipende il futuro delle nostre persone e delle nostre istituzioni.” Ha dichiarato Giovanni Fosti, Presidente Fondazione Cariplo
Il Rapporto, dopo aver tracciato gli indicatori principali e le dimensioni che concorrono a generare la disuguaglianza economica e di reddito (in Italia), si concentra sull’impatto della disuguaglianza nei percorsi di apprendimento, nella costruzione della persona e della visione del “proprio posto nel mondo”. Questa parte della ricerca è stata condotta in ambito locale, al fine di disporre di un contesto di dimensioni tali da permettere di far emergere le diverse dinamiche compresenti in uno stesso territorio. Il territorio di Milano, in particolare, ha fatto da “incubatore” per un’analisi sul campo che ha permesso di indagare la dimensione di “outlook”, ossia di sguardo sul proprio futuro, da parte dei ragazzi. Milano e il suo territorio sono infatti un avamposto capace di cogliere con anticipo fenomeni sociali emergenti e trasversali e sono inoltre uno straordinario laboratorio di solidarietà che permette di intercettare i bisogni e immaginare nuove soluzioni.
Tra i temi chiave emersi durante la presentazione: la necessità di una risposta che chiami in gioco tutti gli attori e che parta da un atteggiamento “di iniziativa”:
“Se vogliamo scardinare la dinamica dove chi ha poche opportunità è destinato ad averne sempre meno non possiamo attendere che siano proprio queste persone a prendere l’iniziativa, ma dobbiamo deliberatamente e tenacemente “andare a cercarle”. In altre parole, siamo convinti che davanti a questa disuguaglianza di possibilità sia necessario passare da un atteggiamento di attesa a uno di iniziativa. Questo atteggiamento proattivo emerge come un metodo necessario di fronte a una disuguaglianza di futuro sempre più pericolosa per le nostre persone, per il nostro Paese e per la nostra democrazia, e rappresenta la chiave di volta per liberare potenzialità e offrire occasioni di crescita realmente accessibili.”
Giovanni Fosti, Presidente Fondazione Cariplo
L’esigenza di un rapporto sulle disuguaglianze emerge da una riflessione che la Fondazione Cariplo ha approfondito durante e dopo la pandemia, davanti all’aumento delle diverse forme di povertà, che colpiscono in particolare i giovani e le famiglie con figli piccoli.
- Come emerge dal rapporto, da decenni la nostra società ha vissuto grandi trasformazioni e al contempo l’area della povertà è cresciuta in maniera molto importante: nel 2021 circa due milioni di famiglie si trovano in una situazione di povertà assoluta, ossia più del doppio rispetto al 2005.
- In tale contesto, il percorso di istruzione obbligatoria fatica purtroppo da solo a svolgere il ruolo di ascensore sociale per i gruppi di studenti più svantaggiati, contribuendo anzi a sedimentare le disuguaglianze iniziali di apprendimento che derivano dai diversi background socioeconomici.
- Il crescere in un certo contesto sociale tende infatti a influenzare fin dai primissimi anni di vita le attitudini delle persone e questo si evidenzia sempre più precocemente, a partire dai bambini della scuola materna. Questo condiziona gli apprendimenti ma, in modo più profondo, condiziona lo sguardo su di sé e sul mondo: il 55% dei ragazzi che crescono in centro pensano di andare all’estero; fra chi cresce in periferia solo il 29%. Emergono inoltre differenze, sin dall’età prescolare, tra la capacità di immedesimazione, la capacità di fiducia e di lettura del contesto: tutte competenze cruciali per la persona e per la sua vita sociale, lavorativa e collettiva.
- La “mobilità sociale” è quindi un obbiettivo che va sostenuto con opportuni interventi per garantire la rimozione degli ostacoli che non la permettono, contrastando la disuguaglianza di opportunità.
- Le fragilità si propagano e si sommano: esiste una compresenza tra diverse forme di esclusione e di “povertà” che toccano varie dimensioni della vita delle persone; laddove il livello di studio è più alto la popolazione presenta delle condizioni di salute generale migliori. Ma allo stesso tempo oggi in Italia solo l’8% dei giovani con genitori senza un titolo superiore ottiene un diploma universitario (22% la media Ocse) .
Perdita di sviluppo umano: perchè nessuno può dire “non mi riguarda”.
La società reale, quella che conosciamo e viviamo presenta un livello di sviluppo inferiore alle sue potenzialità a causa delle disuguaglianze. Fino a quando continueremo a pensare che le disuguaglianze riguardino esclusivamente coloro che ne subiscono le conseguenze peggiori, il nocciolo della questione rischia di sfuggire. La disuguaglianza è un’ingiustizia per la singola persona, è una ferita per la comunità ed è un ostacolo allo sviluppo.